E
le acque sorgentizie dai monti, che impaludavano la pianura, operazione
già etrusca, già romana, già dei Papi, furono irreggimentate
dalla bonifica. Fu formato un reticolo euclideo di canali con, in alcuni
punti nodali, un sistema di idrovere a servizio che, convogliando sulle
linee, per gravità, portarono le acque verso il mare. E' di queste
linee il canale delle acque alte che col Fosso Moscarello raggiunge
Foce Verde; è di queste il Canale delle Acque Medie, che dai
pressi delle sorgenti di Ninfa, separando i laghi costieri di Fogliano
e Monaci, raggiunge il Tirreno. Ed altri maggiori linee ed acque, il
canale Pio, il canale Selciella, ed anche i fiumi Sisto, Eufente ed
Amaseno. Il portatore ancora artificializzando li convoglia al mare
fra i territori del Circeo e Terracina. E tali linee intrecciano una
geometria complessa. Della bonifica sono le linee rette e la griglia
e più libere e fluenti quelle altre naturali.
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Le paludi
perdute, ai margini di "scorrimenti" di terre tufacee prodotte
dal Vulcano, sono quelle ove sciamò il popolo dei Volsci che
lentamente, coi tempi delle transumanze, venne dai territori del Fucino,
attraverso i rilievi calcarei dei Lepini, lungo le fratture già
solcate dai fiumi. Si impossessarono quindi delle terre d'acqua passando
dalla pastorizia al coltivarle; legati ad ancestrali riti che furono
quelli delle offerte della "Primavera Sacra". Arrivarono questi
fino ai margini orientali
del Vulcano, ai siti urbani di Pometia, Satricum e Velitrae, e anche
Antium verso il mare.
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