Inizio di un processo di ri-conoscimento di fisionomie paesaggistiche tra acque e vulcani


1997/1998


Aleardo Nardinocchi

 

Antico anelito di partecipazione alle trasmutazioni alchemiche, tali da poter generare forme proprie al processo di ricomposizione di un rapporto interrotto fra la specie umana e l’articolato attivarsi delle stesse forme organiche: intervento taumaturgico veicolante ri-connessioni di flussi di energia.
Le viventi figure della Grande Madre Terra emerse dai modi e dalle maniere di corrugamento delle sue masse, generate dalle viscere calde, profonde del suo corpo, solcate o aperte al fluire delle acque come primaria linfa prodotta dalle circolazioni ruotanti in complessi rapporti metabolici e ricoperti dal fiorire del suo manto vegetativo verde palpitante, (conformato anche dal riannidarsi continuo dei biologici stati animali), vibrano nuovamente insieme, forse, come articolazioni dello stesso corpo, alle fisionomie spaziali ctonie, conformate come complessi gangli di correlazione fra salti configurazionali geo-morfologici e le strutture di articolazione del cosiddetto artificiale proprio all’umano segnare la terra. Da sempre il più denso là dove si annodano e fermano le vie del trascorrere dei flussi nomadici, ove le dinamiche faticose del solcare la terra diventano spazio concavo complesso, matrice di rapporti, scambi e funzioni che si attivano tra individui ma ancor più fortemente fra le esplicitazioni organiche del vivente tutto: ri-annodando catene energetiche interrotte.
Condensatori di flussi tra materia ed energia.
Percorsi del confluire delle acque, percorsi del confluire delle genti, producono vortici concavi ove si possono finalmente ricostituire gli antichi rapporti, l’antico patto vitale.
Possiamo, nei luoghi notevoli di passaggio fra le terre del vulcano e i limi della pianura, fermarci a riposare negli accoglienti luoghi che avremo costruito e conformato in una sintesi non mimetica del corpo della Grande Madre.
Le stazioni, le cisterne, i pozzi, vogliono essere un passo all’interno di questo processo, come pure lo sono quel crogiolo di trasformazioni metaboliche rappresentato dal proliferare non cancerogeno della struttura cellulare produttiva polifunzionale crescente e sviluppatasi nel corpo della primigenea Pianura Pontina.
Lì ritroviamo anche i segni interrotti dei nostri Antichi e non c’è più l’essere sparati fuori da dirompenti forze centrifughe ma c’è il riallacciare i campi delle convergenti vie.